Se chiudi gli occhi vedi il drago

Matteo Gaspari, Lorenzo Ghetti, Elisabetta Mongardi, Emanuele Rosso e Luca Vanzella bevono delle birre a stomaco vuoto e discutono di storie, narrazioni e generi nel linguaggio fumetto.

A cura di Lorenzo Ghetti

Lorenzo: Non mi sembra che adesso, in questo momento, ci siano manga d’azione pop ben costruiti. E allora non capisco se sono i miei gusti che sono cambiati o se semplicemente c’è stato un periodo storico per il manga fatto in quel modo.

Luca: Il punto è che una cosa come One punch man, che noi diciamo “ahah che risate!”, magari a un quindicenne gli fa esplodere il cervello. E se lo sognerà per l’eternità. O anche L’attacco dei giganti, che è disegnato dimmerda, ma la storia è carina e c’è gente che gli scoppia la testa!

Lorenzo: Il punto è proprio questo: L’attacco dei giganti, per esempio, a me non dice niente.

Luca: Da vedere è assolutamente ributtante. Però posso capire perché funziona. Ha una trama molto fitta… Poi ce ne saranno anche altri. Ma se per esempio mi piace un manga su gente della scuola media che gioca a pallavolo, per uno come me di trenta e rotti anni l’immedesimazione arriva fino a un certo punto.

Emanuele: Però rischia di diventare un discorso un po’ nostalgico. Perché io ne leggevo un sacco di manga, dai quindici ai vent’anni, poi pian piano ho smesso.

Lorenzo: Eh. Perché abbiamo smesso di leggere i manga?

Emanuele: Forse perché è mancata l’identificazione: a quindici anni leggevo cose pensate per quell’età, già a ventidue mi facevano meno voglia. E poi per quanto mi riguarda è anche una questione puramente tecnica. Una volta andavo tutte le settimane in fumetteria, aspettavo la nuova uscita… Adesso non c’ho cazzi. Faccio molta più fatica a star dietro a una narrazione seriale. Alcune cose continuo a leggerle, tipo Real di Inoue… Sarà uscito un nuovo numero? Ogni tanto ci guardo e magari lo trovo, chi lo sa…

Matteo: Però rovesciando la domanda… qualche tempo fa mi sono riletto Video Girl Ai e mi sono chiesto: mi piace anche adesso perché l’ho letto quando avevo quindici anni e ho pianto tanto ed era così bello a quell’età, o è bello e basta?

Lorenzo: Io l’ho letto l’anno scorso, per la prima volta. Mi è piaciuto, ma non so se mi sarebbe piaciuto quando avevo quindici anni. A quell’età non mi piacevano molto le trame sentimentali…

Emanuele: No, vabbè, per me a 15 anni… era erotico! Per me che non avevo altra percezione, non è che vedevo i porno e altre robe, vedere ‘sti fagottini e ‘sti culi… checcazzo!

Lorenzo: Io trovo più erotico Adachi.

Emanuele: Macheccazzodici! A me Adachi piace un casino, lo amo, ma non puoi dirmi questo.

Lorenzo: Non lo so, è diverso. Quello che ho apprezzato di Video Girl Ai è che è molto sottile, ha una sua eleganza. Per esempio è tutto un vedo e non vedo, il nudo non c’è praticamente mai. Più che altro c’è lo “scosto la gonna per sedermi” e queste cose qua. Poi a un certo punto c’è questo personaggio che è preso da una depressione serissima, è nuda in bagno ed è una scena orripilante di distruzione personale. È quasi l’unico momento in cui vedi una ragazza nuda, e l’ho trovata una scelta forte e non banale, perché non ci puoi vedere una carica erotica.

Emanuele: Però a parte questa valenza erotica, che per te non c’è ma per un quindicenne secondo me c’è, per te cos’è che gli manca a Video Girl Ai?

Lorenzo: Non sto dicendo che gli manca qualcosa. Dico che lo apprezzo adesso per alcune sottigliezze, ma in fondo è molto adolescenziale.

Emanuele: Ma infatti è un’opera per adolescenti.

Matteo: Ma infatti a me era rimasto molto impresso. Anche quando c’è quell’altra ragazza che poi muore, e muore per davvero. Non me l’aspettavo mica in una storia di quel tipo lì.
Solo che adesso non riesco a capire se in realtà è una super stronzata che non percepisco come tale perché c’ho i ricordi delle emozioni di allora o se funziona a prescindere.

Lorenzo: Io lo apprezzo, ma probabilmente non per quello per cui lo apprezzerebbe un sedicenne che si fa catturare dal vortice narrativo. Io invece lo smonto e ne apprezzo alcune cose. Per esempio il fatto che il protagonista cresce molto: è totalmente diverso com’è all’inizio da com’è alla fine, e non è banale.

Matteo: Il punto è proprio quello. Ok che non ho più tredici anni e un certo coinvolgimento non c’è più, ma comunque ci sono alcune di quelle letture che smontandole e analizzandole continuano ad avere senso. Invece i manga di grande successo di adesso… Prendi tipo Death Note. Io quello non lo riesco a smontare e dire “ok, anche senza coinvolgimento capisco che…”.

Lorenzo: Ma anche perché il punto di Death Note è che crea dei personaggi molto affascinanti, estremi e adolescenziali.

Matteo: Però non riesco a non pensare che è scritto di merda.

Lorenzo: Il punto non è che è scritto di merda. È se ti piace l’arrovellamento, le situazioncine, la costruzione maniacale di tutta una serie di indovinelli…

Matteo: Ma a te piace pure Demokratia

Lorenzo: Devo ancora decidere se mi piace o no. Anche Demokratia è molto adolescenziale, e non sono sicuro di riuscire a trovarci un valore al di fuori della sua adolescenzialità.
Invece Video Girl Ai, o i manga di Mitsuru Adachi, sono a un livello più alto. C’è un’eleganza…

Emanuele: I silenzi… le pause…

Lorenzo: Ma infatti l’opera migliore è quella che, pur essendo per ragazzi, riesce ad essere anche elegante e sofisticata. Ma i punti possono essere anche altri: il ritmo, la tamarrata… Dragonball è gente che si mena e funziona, ma mi viene da dire che se non ci sei cresciuto, da adulto dici “che è ‘sta roba?”. Anche in Vagabond si menano, però son delle tavole assurde quindi riesce ad avere del valore anche quando le botte non ti gasano più. Invece a livello di stile Dragonball non possiamo metterlo al pari di Vagabond.

Matteo: Vabbè, grazie al cazzo.

Lorenzo: Però anche senza casi estremi… Mi sembra assurdo che adesso non ci siano fumetti di questo tipo, adolescenziali ma che hanno corpo, sostanza. Full Metal Alchemist, per quanto ti possa piacere o non piacere, era molto denso. Voleva costruire un’ambientazione e una storia ben strutturata e allo stesso tempo funzionava perché c’era un tizio con un braccio fatto di metallo che fa così con le mani e trasforma i draghi.

Matteo: Che trasforma i draghi?

[perplessità e risate, forse non è del tutto vero che una birra vale proprio come due tartine]

Lorenzo: Ci sono manga che ci sono piaciuti nell’adolescenza per diversi motivi ma che continuano a piacerci. Appunto Video Girl Ai l’ho letto l’anno scorso e mi è piaciuto, anche Hunter x Hunter continua a piacermi perché ne apprezzo i meccanismi complicati… Non mi sembra che di cose di questo tipo ce ne siano anche adesso.

2 Comments

  1. diqua 23 Febbraio 2018 at 19:45 - Reply

    Sarebbe interessante un podcast su questi temi… anche con argomenti più approfonditi.

    • bananaoil_web 27 Febbraio 2018 at 15:23 - Reply

      Grazie del consiglio! È un’idea che stiamo accarezzando da un po’, ed è bello sentire che sarebbe interessante.

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